Diario di viaggio India: primo giorno
Il volo Emirates parte da Roma con quasi due ore di ritardo, ma poco c’importa, abbiamo quasi 5 ore prima di imbarcarci sull’aereomobile che da Dubai ci porterà a Delhi. Il tempo scorre veloce, e, devo dire che la compagnia aerea è davvero il top per servizio a bordo e comfort della economy class! Arriviamo a Delhi alle 14, ora locale: una fitta coltre di smog avvolge la città gigantesca che dall’alto non mi fa certo un bell’effetto! Le procedure al controllo passaporti sono velocissime e, gli zaini imbarcati arrivano nel nastro trasportatore con estrema puntualità. Usciamo e, prima che una folata di caldo umido misto a smog ci investa, abbiamo già individuato il nostro autista che, tiene in mano un cartello con il mio nome. Dopo le presentazioni, Ratan, ci accompagna alla nostra bella macchina, una Tata che è una specie di suv gigantesco e comodo. Il nostro viaggio in India on the road sta per iniziare! Al telefono con il titolare dell’agenzia di noleggio ci accordiamo per un giro a Delhi e poi serata in hotel da me prenotato. Ratan guida con prudenza, ma le strade qui sono davvero un caos…me l’avevano detto in molti, ma non pensavo a questi livelli! Non ho visto nessun’altra città al mondo che somigli a Delhi, per caos e per rumore. Proseguiamo a passo d’uomo fino alla zona sud della città e, arriviamo dopo più di un’ora e mezza di macchina al complesso Qutb Minar splendido esempio di arte afgana è cost
ruita sopra le antiche rovine di un tempio indù. Il luogo è molto suggestivo al tramonto ed anche molto frequentato. Il prezzo per il biglietto è di circa 4 euro, che, ci ha gentilmente prestato il buon Ratan visto che non avevamo ancora cambiato gli euro. È quasi notte quando troviamo il nostro hotel nella vecchia Delhi. Ci ritiriamo nelle nostre stanze stanchi morti dopo aver cenato in terrazza.
Diario di viaggio india : secondo giorno
Il nostro hotel sulla old city di Delhi é su una via laterale stretta e molto animata: negozietti, ambulanti e carretti riempiono la strada. Usciamo a piedi e raggiungiamo Ratan che ci aspetta con la macchina lungo la via principale. Alle 8,30 siamo pronti per partire alla volta di Jaipur. Le strade di Delhi in questa domenica mattina, sono molto meno trafficate ma, nonostante questo, tutti suonano il clacson anche oggi! Ci immettiamo nella superstrada che porta a Jaipur e, in poco tempo siamo già fuori dall’area metropolitana di Delhi. Ci attenderanno 5 ore di uno dei più assurdi on the road che io abbia mai fatto: lungo la 4 corsie incontriamo di tutto: mucche, carretti, autobus stracarichi, tir senza vetri e sportelli, biciclette, gente a piedi….non si capisce davvero quale sia il senso di marcia anche se teoricamente la guida dovrebbe essere a sinistra! Lungo la strada ci fermiamo in una specie di autogrill perchè Ratan deve ricevere un pacco da suo zio che abita in paese. Ci presenta i suoi parenti e velocemente ripartiamo . Alle 14 siamo a Jaipur, la città sembra leggermente meno caotica di Delhi, ma forse solo perchè oggi è domenica ! Pranziamo in un ristorante nel più grande centro commerciale della città, ce la caviamo con 7 euro in 4 per un pranzo indiano superbo! Al centro commerciale passeggia tutta la famiglia di Ratan, che vive qui a Jaipur e lui, prima di portarci in hotel, ci presenta la moglie, la madre e i suoi tre bambini. In hotel ci raggiunge anche il proprietario dell’agenzia di Ratan, saldiamo il conto e, ci consegna i biglietti del treno. Nel pomeriggio Ratan ci accompagna nella città vecchia in giro tra mercati e vicoli. Di nuovo tanta gente, mucche e capre per strada in mezzo ad un traffico disordinato e rumoroso. Donne colorate nei loro splendidi sari, profumi di spezie misti ad odori nauseanti. Questa è l’India che in tanti mi avevano descritto e che inizio a conoscere adesso, proprio qui a Jaipur, città che, nonostante tutto mi piace. Starei ore ed ore ferma a guardare tutta questa gente per strada, ma purtroppo è già il tramonto ed è tempo di tornare nel nostro hotel dove ceneremo in terrazza.
Diario di viaggio India: terzo giorno
Nel nostro bel hotel al centro di Jaipur la colazione viene servita in una sala con stucchi e mobili barocchi: solo questo vale il prezzo della camera! Alle 8,30 in punto siamo pronti e Ratan ci viene a prendere con la nostra guida. Come per incanto nella nostra macchina compaiono altri due sedili! Ci rifondiamo nel caotico traffico di Jaipur per andare al palazzo dei venti, prima tappa del nostro intenso tour di oggi. Poi ci spostiamo verso Amber Fort, uno dei luoghi più suggestivi della zona e trascorriamo la mattinata tra cortili, palazzi e vecchie mura. Decidiamo di non fare la salita a dorso di elefante e camminiamo a piedi anche se è molto caldo.
Al ritorno la guida ‘ci prova’: si ferma alla fabbrica di tappeti, ma noi, dopo aver assistito ai cinque minuti di dimostrazione al telaio, seccamente decliniamo l’invito a salire per vedere i tappeti e torniamo alla macchina. La prossima tappa è il tempio dell sole a Galta, a qualche chilometro da Jaipur in una bella zona boscosa all’ombra di uno sperone roccioso. Il tempio è famoso perchè nei suoi cortili ci sono parecchi macachi. Il luogo se ripulito dall’ immondizia che lo ricopre, sarebbe alquanto suggestivo: una sorgente d’acqua che scende dalla montagna alimenta tre piscine di cui una dedicata solo alle donne. È ora di pranzo e ci facciamo portare ad un ristorante: anche qui bocciamo in pieno la decisione della guida di portarci in un self service all you can eat all’ ‘astronomica ‘ cifra di 450 rupie a testa (ieri a pranzo abbiamo speso la stessa cifra in 4) e optiamo per un ristorantino locale molto modesto ma nel quale mangiamo veramente bene per 600 rupie in 4. Nel pomeriggio visitiamo il palazzo reale e poi, torniamo in pieno centro, perchè vogliamo ancora fare delle foto al mercato e tra i vicoli ombrosi della città vecchia. Bisogna stare ben attenti a dove mettere i piedi, per terra c’è di tutto. Il caos ed il rumore della città vecchia mi stordisce, è davvero frastornante, in un angolo, al un incrocio tra mucche, capre, cani e carretti, anche una famigliola di scimmie che saltano da una finestra all’altra! È quasi l’ora del tramonto quando ci ritiriamo nell’oasi silenziosa del nostro hotel.
Diario di viaggio India: quarto giorno
Partiamo da Jaipur poco dopo le 8. Cinque ore di strada ci separano dalla nostra prossima tappa: Agra. La prima parte del viaggio on the road scorre ‘veloce’ : percorriamo una quattro corsie, sempre molto animata, ma comunque a scorrimento veloce. Poi però la strada si restringe e il nostro bravo Ratan è costretto a fare lo slalom tra carretti, mucche, bambini e trattori, non si capisce davvero chi va contromano e chi no! Il primo stop lo facciamo a Fathepur Sikri, la città abbandonata costruita dall’imperatore Akbar il grande. Il luogo é ancora meta di culto di molti fedeli perché qui Akbar ricevette la grazia di poter avere un figlio da una delle sue tre mogli. Ratan ci fa le dovute raccomandazioni: state attenti, non parlate con nessuno e non comprate niente. Assoldiamo una guida dopo aver visto il cartellino rilasciato dal governo e, per poche rupie ci accompagna nella visita. Fathepur Sikri è una delle meraviglie dell’India. Veramente da non perdere. Ripartiamo alle 13 e in poco tempo ci ritroviamo nelle sudicie strade di Agra che è ancora più sporca di Jaipur. Prossimo monumento lo scenografico Agra Fort, il forte rosso. Passiamo tutto il pomeriggio all’ interno del Forte, tra moschee, torri, cortili e giardini. La vista sul fiume e sul Taj Mahal mi affascina. Al tramonto ritroviamo Ratan al parcheggio e ci accompagna all’hotel. Abbiamo veramente bisogno di una doccia impolverati come siamo dopo quasi 12 ore sulle strade indiane.
Diario di viaggio India: quinto giorno
Ci alziamo prima che il sole sorga e, dal nostro hotel ad Agra, in meno di un quarto d’ora raggiungiamo l’entrata est del Taj Mahal e ci mettiamo in fila per entrare. Scopriamo che proprio in questa settimana l’entrata al monumento non si paga (750 rupie) e, dopo circa 40 minuti siamo di fronte al bellissimo monumento dichiarato una delle 7 meraviglie del mondo moderno: il Taj Mahal. Una leggera nebbiolina lo rende ancora più affascinante. Ci incamminiamo attraverso i percorsi obbligati, fino ad arrivare proprio sotto l’entrata principale. C’è molta gente, ma niente di trascendentale e, quindi in pochi minuti siamo dentro al mausoleo, proprio davanti alla tomba dell’imperatrice Mumtaz Mahal alla quale è dedicato il mausoleo. Usciamo e, mentre il sole illumina la bella facciata marmorea, facciamo decine di foto per immortalare questo momento. È giunta l’ora di uscire perché alle 9 in punto ci attende Ratan per spostarci ad Orchha, prossima tappa del nostro viaggio.
Cinque ore di strada dapprima a quattro corsie e poi a due e poco più che asfaltata ci conducono nella piacevole cittadina. Qui inaspettatamente è tutto più in ordine e, almeno la strada principale è pulita e non stracolma di immondizia come i luoghi che abbiamo visitato fin’ora. Abbiamo un problema: non ho prenotato alcun hotel perchè quelli che avevo contattato mi sembravano carissimi rispetto ai prezzi indiani. Così iniziamo a cercare una stanza, ma pare che oggi qui ad Orchha ci sia un matrimonio importante e molti indiani facoltosi occupino tutti i migliori hotel di Orchha. Così troviamo una bettola in una via laterale. Non la consiglio veramente a nessuno! Lasciamo i nostri bagagli in stanza, chiudiamo con un lucchetto la porta e ce ne andiamo in giro per Orchha per visitare i suoi bellissimi e unici tempi purtroppo malandati. Un vero peccato, la cittadina è in una posizione bellissima proprio in riva al fiume e la sua cittadella domina tutto il panorama circostante.Ceniamo in un piacevole locale in centro e, più tardi possibile ci ritiriamo nelle nostre luride stanze!
Diario di viaggio India: sesto giorno
La notte nel nostro hotel di Orchha è un vero e proprio incubo: si parla a voce alta, urla e suoni provenienti dall’esterno, insomma alle 7 ci alziamo per disperazione dopo una notte quasi insonne e ce ne andiamo a fare colazione in un localino in paese. Ratan nel frattempo compare dal nulla( non sappiamo dove dorme, ma, siamo sicuri che non dorma in macchina) e, decidiamo di visitare la cittadella di Orchha ed il tempio in riva al fiume. La cittadella è bellissima, la vista è superba anche se una ristrutturazione sarebbe auspicabile. I templi hanno la particolarità di trovarsi proprio in riva al fiume che scorre impetuoso tra sassi e rapide: il colpo d’occhio è stupendo.
Alle 11 partiamo da Orchha per metterci in viaggio verso Kajharaho. Teoricamente avremmo davanti a noi circa 4 ore e mezza di strada. In realtà ne impiegheremo oltre 5. Mi sembra che più proseguiamo on the road è più è brutta la strada! Ad un certo punto ci ritroviamo in un tratto sterrato nel quale non c’è un centimetro quadrato libero! Urla, clacson, animali di tutti i tipi in mezzo alla strada…l’India è davvero un inferno per i guidatori (e non solo) ! Ratan sbaglia strada almeno 2 volte. I cartelli sono scritti solo in indi e noi non possiamo davvero aiutarlo; alla fine Michele con il suo GPS riesce ad indicarci la via ed arriviamo a Kajharaho sani e salvi. Il nostro hotel di oggi è un 5 stelle e decidiamo di godercelo un po’, così ci rilassiamo prima di uscire a cena in paese. Kajaharaho è lontano da tutto il resto, ma è un paese estremamente turistico: veramente insistenti ed invadenti i venditori che si trovano nella via principale di fronte all’ingresso dei templi occidentali.
Diario di viaggio India: settimo giorno
Dopo la colazione nel nostro hotel a cinque stelle (che poi in realtà non ne meriterebbe neanche 3), Ratan ci accompagna a visitare i Templi. Prima tappa un tempio del gruppo orientale che si trova vicinissimo al nostro hotel, un piccolo ma delizioso tempio Jainista con entrata libera. Poi ci spostiamo in paese e, dopo aver fatto il biglietto entriamo nel complesso dei templi del gruppo occidentale. Ci sono 11 templi, la maggior dei quali sono conservati egregiamente. Sculture bellissime con soggetti erotici hanno reso famosi i ‘templi del Kamasutra ‘ . Bellissimi quelli dedicati Shiva ed a Vishnu. Il luogo è molto molto turistico, ma del resto, questi sono, non a torto, definiti i templi più belli e meglio conservati di tutta l’India. A mezzogiorno salutiamo Khajuraho ed i suoi templi per dirigerci verso Satna dove stasera alle 7,30 saliremo sul nostro treno per Varanasi. I 100 chilometri circa che dobbiamo percorrere sono quasi tutti su strada dissestata e sterrata. All’inizio la strada è stretta ma asfaltata e si arrampica su una boscosa collina: decine e decine di scimmie attraversano la strada è sembrano salutarci. Passiamo il Panna Nat park e poi piccoli villaggi rurali con donne che lavorano nei campi con i loro vestiti colorati e bambini che corrono sulla strada. Poi inizia la sterrata: polvere, camion e pullman : è di nuovo un inferno ed anche Ratan è in difficoltà. La strada è pericolosa e mal segnalata e davvero non si capisce più quale sia il senso di marcia! Dopo le 16 finalmente, arriviamo a Satna e, dopo aver comperato frutta ed acqua ed aver salutato e ringraziato il buon Ratan, ci dirigiamo in stazione. Devo dire due parole riguardo a treni e stazioni in India: mi avevano avvisato che ne avrei viste delle belle, ma davvero fino a che uno non vede con i suoi occhi non ci crede; gente ammassata nelle sale d’aspetto, sdraiata per terra a fianco dei binari. Lebbrosi e mendicanti, mucche e cani ed un odore pungente di urina dappertutto! Sembra di essere in un girone dantesco! Finalmente, con un’ ora di ritardo arriva il nostro treno e qui, stendiamo un velo pietoso! Impiegheremo circa 9 ore per compiere 200 chilometri!
Diario di viaggio India: ottavo giorno
Dopo una notte sul treno Satna-Varanasi, che nonostante tutto è trascorsa tranquillamente, arriviamo a Varanasi alle 6 di mattina con circa 2 ore di ritardo. Il nostro taxi ci aspetta e, caricati gli zaini ci infiliamo tra lo smog nelle vie di Varanasi. Ci riposiamo due ore e poi partiamo alla scoperta della città: dapprima seguiamo il fiume di gente che scorre sulle vie che portano ai Ghat, le scese al Gange. Bazar caotici, un traffico disordinato e veramente infernale con risciò e tuk tuk che si rincorrono. Davvero è invivibile ancor più delle altre città perchè c’è ancora più gente per strada. Finalmente arriviamo ai Ghat, scendiamo, e per la prima volta vediamo il Gange, avvolto in una nebbiolina. Piccole barche scivolano sulle sue acque e centinaia di persone stanno qui, a bagnarsi, a pregare e qualcuno anche a dormire. Camminiamo lungo i Ghat sino ad arrivare alla zona in chi i lavandai fanno il bucato: panni colorati stesi al sole si trovano ovunque e ci danno una grande quantità di materiale fotografico. È caldissimo, c’è molta umidità e decidiamo di tornare in hotel. Dopo pranzo ripartiamo alla scoperta della old city, una parte della città costituita da un dedalo di vicoli. Molta sporcizia ed un fetore unico, ma camminare tra queste vie animate è estremamente affascinante. Passeggiamo tra il tempio d’oro ed il Gange e poi, al tramonto ci dirigiamo al crematorio, dove, uno dei sacerdoti ci accompagnerà in un’affascinate visita durante la cerimonia di cremazione dei defunti. È il momento più bello ed interessante dell’intero viaggio. Ritorneremo all’holtel in risciò, dopo aver assistito al rito di preghiera dei bramini.
Diario di viaggio India: nono giorno
Ci alziamo un pò più tardi e consumiamo con calma la colazione all’hotel di Varanasi . Ci prepariamo per tuffarci di nuovo nella calca della città vecchia per mischiarci a quel fiume di persone che camminano nelle strade sudicie della città Santa. Durante un viaggio in India Varanasi è sicuramente una città da vedere e da vivere per la sua atmosfera; per questo, rigorosamente a piedi raggiungiamo di nuovo il dedalo di vie della città vecchia e per ore esploriamo senza meta ogni angolo; i bambini ed i ragazzi ci sorridono, ci chiedono come ci chiamiamo e sono incuriositi da noi. Curiosiamo all’interno delle case e delle botteghe, osserviamo i templi e fotografiamo scene di vita quotidiana e poi, finiamo la nostra passeggiata nel pomeriggio bighellonando tra i Ghat, tra santoni, mucche e capre. Mi sa che mi sono abituata a questo frastuono, al caos dei risciò allo sporco ed alla puzza per strada, mi sa che oggi , per la prima volta ho visto la vera essenza dell’India, quella che viene descritta da coloro che amano questa terra. Passeggiare nella città vecchia mi è molto piaciuto e forse non semplicemente perchè non c’ è traffico e non bisogna fare lo slalom tra tuk tuk e risciò.
Nel tardo pomeriggio con il taxi, raggiungiamo la stazione di Manduadih, moderna e molto più pulita di quella di Satna. Troviamo subito il nostro treno che in 10 ore ci porterà A Delhi. Per fortuna questa notte dormiremo in cuccette molto più pulite dell’ultima volta!
Diario di viaggio India: decimo giorno
Il treno che da Varanasi ci porta a New Delhi fortunatamente è molto più pulito e vivibile di quello precedente: riusciamo a dormire tutta la notte e, al mattino alle 8 e 30 , con pochi minuti di ritardo arriviamo alla stazione di New Delhi. A piedi in meno di un quarto d’ora raggiungiamo l’hotel Krishna che ho prenotato: conosciamo la strada perchè è lo stesso della nostra prima notte. Facciamo subito check-in, lasciamo gli zaini in camera e, ci perdiamo tra le strade di Delhi; pare che proprio oggi ci sia un importantissimo festival Sic, per cui le vie pullulano di gente ancor più del solito. Ci immergiamo nelle strette vie del bazar dell’argento, fino a raggiungere la Grande Moschea. Il Forte rosso, si trova proprio a poca distanza da qui. Continuiamo a camminare a piedi, nonostante il traffico, il rumore e la gente per strada. Di nuovo tanti bambini che ci fermano per parlarci e scattare qualche foto. Ci fermiamo a pranzo in un fast food con cibo indiano e, poi, per renderci conto del reale costo della vita, entriamo in un supermercato, il primo che vediamo in tutto il nostro viaggio on the road in India. Si è fatto tardi, ci perdiamo tra i banchi che vendono spezie e poi, torniamo in hotel. Stanotte a mezzanotte andremo in aeroporto e lasceremo una Delhi surreale, quasi deserta e silenziosa come finora non l’avevano mai vista.