Gli hydrofoil si evolvono con una rapidità a cui noi surfisti non eravamo più abituati; lo sviluppo dei materiali pre-foil non permetteva più salti prestazionali così consistenti come quelli che vediamo ora con i foil; i modelli da race, slalom e freerace ad oggi usano fusoliere che vanno dai 100 a 110 cm; tendenzialmente anche le ali tendono a essere un po’ più piccole, anche per venti leggeri. Le stesse ali sono costruite in modo da avere il bordo d’attacco più avanzati rispetto alla fusoliera stessa, per aumentarne l’efficienza, e se ne vedono sempre più ad ali di gabbiano, mentre i piantoni sono per la maggior parte di circa 95 cm.
Il range di vento per il quale è vantaggiose gareggiare con un foil rispetto alla pinna si sta allargando: sempre più atleti gareggiano col foil anche con vento più sostenuto; si veda per esempio la classifica della Defi Wind 2023, con vento dai 20 a 30 nodi, dove le prime 30 posizioni sono state occupate da foil. I primi atleti con pinna sono arrivati con circa 1:30 o 2 minuti di ritardo. Magari avevano velocità di punta superiori, ma la media sul bordo è a vantaggio del foil. Se si vuol competere con la pinna, allora le strambate devono essere condotte alla perfezione, altrimenti non c’è possibilità di stare davanti, oppure magari è possibile ma solo con 30-40 nodi di vento. Anche nel Pwa di Pozo 2023 la superiorità del foil in condizioni di vento non estremo è stata evidente.
E fino a che i regolamenti consentiranno la disputa di gare miste hydrofoil e pinna, allora per quest’ultima ci sarà sempre meno spazio.
Provo ad evolvere l’attrezzature anch’io: passo da un foil super top di gamma, race oriented e carbonio alto modulo di qualche anno fa con fusoliera di 838 cm ad un modello Bug freerace con fusoliera da 100 cm, ad un costo decisamente più contenuto. La differenza subito percepibile è la maggiore stabilità, rispetto a prima, nel beccheggio. La velocità media e di punta sono aumentate, perché il ridotto beccheggio appunto ti da quella confidenza e sicurezza in più che ti fa spingere maggiormente. Ala front da 520 cm2 e stabilizzatore da 180 cm2 per il vento “medio” – in realtà con una vela 7 mq, 10-11 nodi ed il mio peso di 72 kg circa quelle dimensioni sono sufficienti per farmi decollare. Nessuno spessore da utilizzare per regolare l’angolo dello stabilizzatore, perché con le vele usate ( 7 mq e 6.3 mq) sembra già tutto perfettamente bilanciato così. Per venti più leggeri, e vele più grandi, c’è la coppia di ali 850/260. La stabilità del foil è ancora maggiore. In questo caso è stato necessario aumentare l’angolo dello stabilizzatore fino a 2,5 gradi per aumentarne la portanza (sono forniti spessori da 0.5, 1 e 1.5 gradi), perché la tavola aveva la tendenza a tornare giù di prua. E’ probabile che con una fusoliera da 115, opzione prevista nel modello, e magari più adatta alle vele usate (8,4 e 9) tutto il rig sarebbe stato già bilanciato correttamente senza la necessità di spessori. Altre coppie di ali disponibili sono Ali 930/260, 730/210 e 644/210.
Ho scelto Bug per il rapporto qualità-prestazioni/prezzo, e perché posso parlare direttamente col produttore. Questo vale sia per il foil che per le pinne. Rajko Zuzek produce anche pinne atleti Pwa, tra i quali il giovanissimo e promettente belga Cyril Evrard BEL-250, e il croato Enrico Marotti CRO-401, tra i migliori del circuito, quest’anno particolarmente agguerrito e orientato nel foil e vincitore dello slalom Gran Canaria PWA 2023 Windsurfing Grand Slam. La pinna è la parte più importante a contatto con l’acqua, più determinante della tavola per ottenere prestazioni. I mercatini dell’usato sono pieni di pinne che vengono vendute senza indicarne le specifiche e in molti acquistiamo ed abbiamo acquistato pinne usate senza conoscerne le caratteristiche (ma solo la dimensione). Ho deciso di orientarmi invece su pinne nuove, di chiedere consiglio a chi le produce e che ha il feedback costante di atleti veri; ho avuto la possibilità di indicare il mio peso, tipo e larghezza di tavole e vele usate, e anche livello tecnico; mi è stato indicato un modello di pinna (diverso da quello che pensavo potesse essere adatta a me) con la quale in effetti poi mi sono ritrovato bene. Sono 2 SLEM con un flex MM medio, da 41 e 44, da usare rispettivamente con 7 -7,7 e 8,4 su Patrik 125. Rispetto a tutte le pinne che ho usato fino ad ora, ho sentito il maggior lift che le Bug hanno offerto, che pare fin troppo se si posiziona il track troppo indietro: la tavola è pronta a schizzare di prua fuori dall’acqua alla prima raffica; ma a quel punto è sufficiente avanzare il piede d’albero di max 2 cm (pare poco ma la differenza è notevole) per riuscire a mantenere la tavola docile garantendo comunque il lift giusto per tenerla sollevata e farla scorrere libera. La sensazione di scorrevolezza è elevata, l’effetto freno provato con pinne di scarsa qualità scomparso, la velocità di punta è aumentata di un paio di nodi. Il prezzo delle pinne è mediamente più accessibile rispetto a molti altri brand. Allego il video e recensione di Nico Prien sulle pinne in questione.