Come in tutte le vacanze intense, quando all’ultimo giorno rivedo le foto all’indietro fino ad arrivare al primo, anche questa volta mi rendo conto di quanto siano stati movimentati, eccitanti e variegati questi ultimi; e allora mi viene solo da ringraziare chi li ha resi possibili (Corsica Ferries, Fabi, ed i miei “surf-supporter” dell’home spot). Viziati nel viaggio, accolti da tutte le tonalità di colori che la Corsica abbia potuto offrire in un Maggio volubile, schiaffeggiati dalla violenta tramontana, padrona assoluta dell’Occitania, immersi poi a pieno nella folle Defi, la Woodstock del windsurf, e poi di nuovo coccolati nel viaggio di ritorno alla realtà.
Per allenarmi un pochettino per la Defi ho iniziato a fare bordi decisamente più lunghi ( veleggiare percorrendo distanze maggiori ) , ed ho “scoperto” che, nell’andare a centro lago, lontano dalla costa e dagli altri surfusti, nell’andare a largo al mare, si percepisce un senso di libertà inaspettato, forse, come dire, una maggiore vicinanza agli elementi acqua e vento, dei quali godi appieno. A centro lago voli nel vento, a pelo d’acqua, insieme ai gabbiani, al mare insieme ai pesci volanti; chi rimane vicino a riva non può sapere.
Mi viene in mente Matteo Iachino, che parla della sua costante necessità di andare in mare, e che non a caso ha scelto di attraversare il santuario dei cetacei – il Mar Ligure fino alla Corsica – in solitaria in windsurf; forse anche a lui, l’essere lontano in mezzo al mare suscita le stesse cose.
Consigli per raggiungere Gruissan per la Defi Wind
Il viaggio di avvicinamento a Gruissan ha visto, dopo lo sbarco dalla nave Corsica Ferries Livorno-Bastia, una sosta di 1 giorno e mezzo (13 e 14 Maggio) in Corsica, dove abbiamo percorso un lungo trekking alla spiaggia della Saleccia partendo da Saint Florent. Poi di nuovo sulla nave Bastia-Savona-Nizza, e da lì via in camper fino alla meta. Consiglio, a chi farà quella strada in furgone di fare attenzione alle raffiche di vento, che spostano il mezzo bruscamente.
Dove dormire durante la Defi Wind?
Noi eravamo in camper ed abbiamo trovato parcheggio (è gratuito) abbastanza facilmente, a fianco di quella che al di là dell’evento Defi è un’area camper, molto vicino allo spazio dove erano allestite le strutture, gli stand degli espositori ed il palco della Defi Wind; va detto comunque che pochi posti erano rimasti, e non eravamo ancora nel pieno dell’evento, perché era solo Lunedì sera ed era il primo giorno delle gare di wing; altri parcheggi disponibili, ma solo per auto per via della sbarra che blocca veicoli più alti di 2 metri. Sarebbe stato comunque possibile parcheggiare lungo le strade di Gruissan Plage, magari anche più vicino alla spiaggia. Per i camperisti c’è la possibilità di scaricare le acque del wc nell’apposito scarico dell’area camper, dove si può prendere, con taniche, anche acqua. Gruissan Plage offre anche chalet in affito, graziose casette a 2 piani, a mo’ di palafitte, un supermercato, e diversi bar e ristoranti.
Defi Wing – Martedì 16
Vento nucleare, il camper fa da anemometro e, parcheggiato di traverso alla tramontana, si muove, lasciando intendere che la giornata sarà impegnativa. Dapprima una passeggiata nel grazioso borgo vecchio di Gruissan fino ai ruderi della sua rocca, dalla quale si apprezza il panorama sulle spiagge, saline e stagni. Poi direzione La Palme, il celebre spot dove, dal 21 al 30 Aprile, si è tenuta la POS (Prince Of Speed) – ISWC 2023, evento di windsurf speed organizzato dal Principe (Andrea Baldini) poi vinto da Albeau. Il vento è veramente forte, una base di 40 nodi con raffiche a 50, che nel corso della mattinata è andato pure ad aumentare. A La Palme, nei pressi di Port La Nouvelle, dove è praticamente posizionata la boa della prima strambata della Defi, il vento è dai 5 ai 10 nodi più forte che a Gruissna. Le portiere del camper, parcheggiato controvento, facevano difficoltà ad aprirsi. Una decina di windsurf in acqua, dai pro (Ben Var Den Steen, Sebastien Bourgeois ) ai ragazzini. Fenomenale la prestazione di Brendan Lorho, 17 anni, che ha registrato una velocità massima di 49.99 nodi – 92.58 km/h. Per me solo difficoltà, 4.6 su missile xs 43, 2 bordi ed ho lasciato perdere, troppo vento, troppo timore di finire a largo senza riuscire a rientrare. Girati un po’ di video e scattate foto ai riders, con Fabi torniamo verso Gruissan con sosta a Narbonne, per visitarne l’elegante centro storico. Poi abbiamo saputo che la Defi Wing quel giorno non si era tenuta, la gara non era partita in quanto la protezione civile, data la pericolosità del mare, aveva vietato l’ingresso in acqua.
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Sebastien Bourgeois -
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Ben Van Der Steen
Defi Wing – Mercoledì 17
Ancora vento forte, base 30 nodi con raffiche a 40. Uscita con 4.2 nella spiaggia di Gruissan, sul lato sx del canale (guardando il mare) – Plage de Chalets, perché nel destro c’è il campo di gara. In questa parte il vento è rafficatissimo, le abitazioni disturbano la tramontana (la direzione in realtà è maestrale), mentre a destra regnano solo spiagge e stagni, niente alberi o costruzioni, ed il vento si sfoga senza tanto nervosismo.
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Allenamento Defi Wind -
Björn e Liam Dunkerbeck
Defi Wind – Giovedì 18
Primo giorno di gara. Test del campo di gara con iSonic 97 e Ka Koncept speed 5.8: è tutto stupendo, pochi surf in acqua, vento gestibile (20-30 nodi), acqua ultra piatta. Sono galvanizzato, carico come una molla, l’adrenalina è già in circolo, finalmente condizioni alla mia portata, posso esprimermi al meglio. Poi l’apertura ufficiale della Defi Wind, il clou della manifestazione, perché kite e wing, anche insieme, non raggiungono i partecipanti windsurfisti, che eccezionalmente in questo 2023 hanno raggiunto la cifra record di 1400; musica incalzante dal palco, brividi sulla schiena, non vedo l’ora di andare in acqua, anche perché l’apertura dell’evento è fin troppo lungo (1:45 ore). Ci siamo: -60 minuti al via, il tempo di tornare in camper a prendere la pinna più piccola (da 32 cm) e montarla sulla tavola (che dalla mattina era rimasta a 5 mt dalla riva), poi passaggio nei cancelletti elettronici per segnalare l’ingresso in acqua (i braccialetti trasponder forniti ad ogni atleta sono la novità della Defi 2023: segnalano che il partecipante è entrato in acqua e, a fine gara, ripassando per lo stesso cancelletto, l’organizzazione sa che l’atleta è tornato a terra – prima bisognava firmare su carta l’uscita ed il rientro), infine prendo la vela che era legata ad un asta per bandiere e ….. ma la tavola non era qui ?! Boh non la trovo, mi sto confondendo, ce ne sono così tante, sarà l’ansia. Il tempo passa, in spiaggia non rimane nessuno, arriva il via, ma sono sempre a terra a cercare, già in preda alla disperazione; ci sono 20 minuti utili per attraversare la linea di partenza dopo il via ufficiale, ma la tavola non c’è più. Tempo scaduto. Senza dilungarmi troppo. è successo che un altro partecipante ha riposto la mia tavola nel suo furgone (credendo fosse la sua) non reputandola adatta in quel momento per la gara. Giornata buttata nel cestino, delusione infinita.
Defi Wind – Venerdì 19
Vento simile al giorno prima; briefing in prima mattinata e conto alla rovescia. Stavolta parto, in mezzo alla mischia. La linea di partenza è lunga 900 mt, è uno start a “coniglio”, cioè un gommone lanciato a 40 nodi parte dalla boa sottovento della linea di partenza fino alla barca giuria sopravento, consentendo ai surfisti di attraversare la linea stessa dopo il suo passaggio. I pro partono sempre tutti sottovento, sono subito davanti alla massa, ed anche se hanno mare un po’ più mosso e il tracciato leggermente più lungo, la loro tecnica e velocità compensa questo svantaggio, Poi si trovano vento pulito, non avendo vele sopravento che lo disturba, ed essendo per la maggior parte in hydrofoil non accusano in alcun modo il chop (onda corta e scomposta). Nella mischia invece è proprio un casino, perdi la planata più volte, l’onda generata dalle altre tavole è proprio fastidiosa, e in più, data la particolare direzione del vento, l’andatura è di bolina. In alcuni momenti sono anche sottoinvelato, e rischio di fare spinout (perdita di portanza della pinna e conseguente slittamento/scivolamento trasversale della tavola). Il primo bordo non finisce mai, sto scomodo, il braccio destro fa male, vado lentissimo, ma con fatica inaspettata arrivo alla prima boa, che è molto vicino a riva. Scendo un attimo, respiro e riparto, con già in testa l’idea di abbandonare. Ritorno alla prima boa e la oltrepasso di un bel po’, mi fa male il piede destro, un dolore mai accusato, riscendo ….. abbandono ? Poi mi dico che se questa è l’unica occasione per fare la Defi Wind, allora devo provarci; l’obiettivo, dopo un viaggio di 1000 km, è di concludere almeno una gara, non importa se ultimo. Se poi non avessi altre possibilità non me lo perdonerei. Riparto, chissà quante posizioni avrò perso, non fa niente, perché inizio a divertirmi, il passo è buono e migliore degli ultimi, e sorpasso un sacco di surf. Di nuovo alla prima boa, ultima strambata e via verso la linea del traguardo, 838°. Con soddisfazione mi faccio riportare a terra dal gommone risparmiandomi altri 10 minuti di fatica.
Pranzo e poi briefing per la seconda gara del giorno; decido di usare tavola più grande per essere più in comfort, un’altra col 97 litri non sarei in grado di farla. Decido di partire dopo gli ultimi, fuori dalla mischia: vedo da lontano il gommone lanciato e la barriera dei 1400 surf qualche centinaio di metri avanti. Il vento è aumentato, il chop è ancora più fastidioso che al mattino, forse l’andatura ancora più di bolina, tant’è che manco la prima boa, cioè ci arrivo sottovento, quindi devo fare circa 1 km di “strada” in più per riportarmi sopravento alla boa stessa e strambarci attorno. Tutto molto demotivante, ancora balena l’idea di mollare, ma dura un attimo, perché poco dopo la prima strambata arriva il bello, si risale fino vicino a riva, dove ci sono pochi surf e l’acqua è piatta, e ci si lancia a palla in un traverso-lasco (andatura più veloce) lungo 6 km che in pochi posti al mondo è possibile fare. È questo quello che amo di questo spot, non è la gara, è il campo di gara, un immenso e selvaggio parco giochi che madre natura ti ha regalato, dove corri fino a che non ne puoi più, una spiaggia infinita per galoppare col tuo cavallo, ma tu voli in acqua e vai più veloce di un cavallo, e incroci surfisti che ti sorridono e ti urlano di una felicità primordiale, perché provano quello che stai provando tu in quel momento. Commozione.
Ultimo bordo, il più bello, siamo tutti sparpagliati e diradati; gli ultimi 2 km corsi a riacchiappare 2 ragazzini, John John VanDerick – Bel-50, di soli 13 anni, il secondo più giovane concorrente, e una surfista, Isis Classeau, 16 anni, che fa di tutto per non farsi sorpassare. Concludo 630°.
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Partenza Defi Wind 2023 -
Defi Wind 2023
Defi Wind – Sabato 20
Piove, decido di non gareggiare, perché alla fine è pure stressante: per come la vedo, per fare una gara e provare ad arrivare tra i primi 300-400 devi partire abbastanza bene, evitare la mischia. Il che si traduce per me forse in partenza sopravento, con acqua più ferma e vento più pulito, con sicuramente tanti surfisti già davanti sottovento, ma che con un buon passo di gara potresti metterti dietro dopo 2 km circa. Per partire sopravento devi essere con l’attrezzatura precisa e pronta e andare in acqua appena scatta il conto alla rovescia dei 60 minuti, o meglio ancora, devi averla sulla parte destra della spiaggia – Plage de la Vieille Nouvelle – dove puoi salire, fare subito un lasco largo e tagliare la linea di partenza. Puoi attraversare il canale che separa spiaggia sinistra e destra a piedi, tramite ponte galleggiante, o anche nuotando, sarà largo non più di 6 metri. Per organizzarti così hai poco tempo da perdere. Ma io sono in vacanza, gareggiare non è il mio lavoro, in più piove. Io e Fabi quindi lasciamo Gruissan per riavvicinarci verso Tolone dove ci aspetterà, Domenica, un’altra nave gialla. Poi abbiamo appreso che la gara mattutina del Sabato era stata l’ultima, le condizioni meteo non ne avevano permesse altre.
Defi Wind – 18-21 Maggio: un’esperienza che ogni surfista dovrebbe fare almeno una volta. Non so se in altri sport sia possibile poter competere con i pro, ma qui si e già questo è un motivo. In più l’organizzazione, l’atmosfera easy tipica degli spot di windsurf, gli stand degli espositori, le novità del mercato, musica e disco la notte fanno sì che sia una tappa imperdibile. E se non ti interessa tutto questo, devi venire solo per la Tramontana, che, se tira, allora non smette mai, neanche di notte. Se sei un freestyler o amante della velocità, questo è il posto perfetto.