San Pietro è un vero gioiello e che se vi trovate in viaggio a Perugia dovete assolutamente effettuare la visita all’Abbazia di San Pietro anche per la sua posizione che domina tutta la vallata e regala un panorama tra i più belli della città.
La facoltà di agraria ha sede proprio all’Abbazia di San Pietro, a Perugia, e proprio gli open day dell’Università ho approfittato per tornare in uno dei luoghi più amati della mia città ed ho partecipato ad alcune visite guidate.
A San Pietro i fortunati studenti calpestano tutti i giorni il millenario pavimento dei tre chiostri principali che costituiscono il complesso. Il terzo chiostro è il chiostro delle stelle, attribuito a Galeazzo Alessi e così chiamato per gli ornamenti delle antiche forazze del pavimento oggi sostituite da vetro.
L’abbazia di San Pietro, a Perugia si trova nelle vicinanze del quartiere più frizzante della città, Borgo Bello, ricco di negozi, ristoranti e locali in cui assaggiare l’ottima cucina umbra.
Visita all’Abbazia di San Pietro a Perugia
Galleria dei tesori della Fondazione agraria
Dal primo chiostro, quello all’entrata principale, si accede alla Galleria dei tesori della Fondazione Agraria; Il piccolo museo ospita preziose opere provenienti dall’abbazia di San Pietro dalla chiesa di Santa Maria della Rocca di Casalina o dalla rocca di Sant’Apollinare. Oltre a prestigiose opere pittoriche tra le quali spiccano quelle di Giovan Battista Salvi detto il Sassoferrato, si possono ammirare una serie di libri corali del XV e del XVI secolo.
Basilica di San Pietro a Perugia
Sempre dal primo Chiostro si accede alla Chiesa di San Pietro, a mio giudizio, la più bella di Perugia. A lato dell’entrata sono da poco stati riportati alla luce due affreschi. Quello sulla destra, proprio sotto il campanile rappresenta una donna con tre teste: la trinità prende le sembianze di una donna, per questo motivo l’affresco è stato per secoli nascosto da un muro e da poco riportato alla luce.
Una volta entrati, non si può non notare il bellissimo soffitto a cassettoni oro azzurro e rosso; la nostra guida d’eccezione, Padre Martino, ci racconta alcune curiosità sulla chiesa che non troveremo su nessuna guida; la seconda colonna sulla sinistra dell’entrata che riporta un affresco è chiamata “colonna del miracolo”: durante dei lavori S. Pietro Vincioli evitò che alcuni operai fossero uccisi dalla colonna che stava cadendo. La colonna è tutt’ora fuori centro e tutta la navata destra della chiesa è stata costruita in funzione della colonna. Naturalmente, da non perdere “la pietà” l’opera tardiva di Pietro Vannucci detto il Perugino e la splendida Madonna del Giglio, proveniente da una chiesa rurale situata a Pieve di Campo, qualche chilometro più a valle.
La Chiesa ha un’acustica eccezionale, ed il coro in legno è uno dei più belli d’Italia. Padre Martino ci ha anche deliziati con un mini-concerto! 😉
Orto medievale a San Pietro
Il responsabile dell’orto botanico, il professor Maovaz, ci accompagna in un viaggio che inizia dalla vetrata subito dopo il secondo chiostro, il chiostro del Capitolo o della Scuola o del Pozzo.
L’interessante visita si snoda tra piante aromatiche, antichi boschi e piante curative; un escursus tra storia e medicina popolare passando per la numerologia e l’astrologia.
Interessantissime le antiche teorie curative: la teoria delle segnature elaborata da Paracelso associava la forma o il colore delle piante ad un organo o ad una malattia; in questo modo per esempio la noce era la panacea per il mal di testa (vista la somiglianza tra il frutto ed il cervello); oppure, per esempio, le piante “rosse” servivano a curare le malattie del sangue.
L’ostro botanico si trova immediatamente fuori le mura dell’antica città, ed ingloba la vecchia porta cittadina, “la porta Assisana”.
Il sismografo Andrea Bina
A San Pietro si trova anche il sismografo più antico d’Italia, e l’eclettico Padre Martino sarà felice di portarvi nel “suo regno”; si, perché Martino è il direttore del sismografo di Perugia intitolato ad Andrea Bina, l’inventore del primo “pendolo” in grado di registrare i terremoti.
Una visione completa dell’attrezzatura in grado di misurare le scosse telluriche, la loro intensità e la loro provenienza. Dal primo sismografo della storia a quelli utilizzati oggi molto più sofisticati.
Si possono anche osservare le registrazioni delle scosse telluriche avvenute nel 1997 nella zona tra Marche ed Umbria.