Tra un allenamento e l’altro, David Panichi, ciclista amatoriale, promotore e ideatore di numerose manifestazioni legate a “diabete e ciclismo”, ci racconta come è nata l’idea del ” Tour Europeo BiciCuoreDiabete“
D. “L’idea del Tour è nata già dal Luglio scorso, quando mi sono recato a Treviso per partecipare alla PINARELLO, ero ospite di un amico, Sergio, che anche lui ha il diabete ma di tipo2, e più volte abbiamo pedalato insieme, e tra una battuta ed un’altra gli ho chiesto: “Ma i mondiali di ciclismo 2011 dove sono?” lui mi risponde: “Mi pare in Danimarca…” ed io replico: “Perché non andiamo a vederli…” lui mi sorride, ed io a quel sorriso gli rispondo: “Ovviamente in bicicletta… un Tour per i mondiali…”
Poi il titolo da scegliere importante, deciso con altri due amici Francesco e Guido:
… la bici la nostra PASSIONE…
… il cuore io ho una cardiopatia congenita dalla nascita…
… il diabete un compagno a due ruote
“La bici fa bene al cuore e al diabete”
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David, in numerose occasioni, ti sei fatto promotore di iniziative volte a far avvicinare persone con il diabete allo sport ed in particolare al ciclismo. Nel 2005: “La Tirreno-Adriatico in un solo giorno”, voluta e realizzata dal Professore Pierpaolo De Feo in collaborazione con ANIAD (associazione nazionale italiana atleti diabetici) e diabete Italia ne costituisce un esempio.
David, in numerose occasioni, ti sei fatto promotore di iniziative volte a far avvicinare persone con il diabete allo sport ed in particolare al ciclismo. Nel 2005: “La Tirreno-Adriatico in un solo giorno”, voluta e realizzata dal Professore Pierpaolo De Feo in collaborazione con ANIAD (associazione nazionale italiana atleti diabetici) e diabete Italia ne costituisce un esempio.
D: Si una bellissima e stupenda esperienza, la prima delle tante poi fatte, ma è quella che è rimasta anche nel ricordo di molti, il primo incontro con altri ciclisti provenienti da altre parti d’Italia, il primo incontro con l’ANIAD, il primo incontro con medici, infermieri, diabetologi che in questa occasione si sono messi a disposizione per rilevare dati importanti su quello che poi è stata la conseguenza, dimostrazione dell’efficienza della pratica sportiva come il ciclismo per migliorare la terapia e soprattutto imparare a monitorare i propri valori durante un’attività intensa come il ciclismo.
Tu hai scoperto di avere il diabete a 27 anni, in che modo è cambiata la tua vita ed il tuo modo di allenarti?
D:Il diabete mi è stato diagnosticato ad Aprile del 1997. Certo come si dice una mazzata a ciel sereno, ma questo non mi ha messo in difficoltà, ho cercato fin da subito di capire cosa mi stesse succedendo perché il mio corpo per un periodo lo vedevo magro e alle volte privo di energie, stanco, debilitato, c’ è voluto un po’ prima di riprendere le energie giuste per affrontarlo bene il lavoro, gli amici e tutte le situazioni, ed ovviamente non sempre le cose vanno bene perché all’inizio quando ti prendono i tremori, sudarella, oppure ti addormenti, pesantezza agli occhi, sintomi che all’inizio non conosci bene e che poi con il tempo devi saper riconoscere ed intervenire immediatamente e soprattutto farlo presente a chi ti è più vicino nella vita di tutti i giorni, nel lavoro, non sempre facile. Quando ho cominciato ad allenarmi con più costanza con me non portavo via il riflettometro per controllarmi, o l’insulina per eventuali correzioni, mi allenavo più o meno come facevo sempre, uscite di due tre ore in mountainbike, ma quando tornavo avevo le forze a zero.
Poi con un po’ di informazione e l’aver conosciuto anche un Professore e medici che mi hanno aiutato in base anche alle mie esigenze a seguire delle piccole ma fondamentali regole: controllo glicemico prima durante e dopo ed eventualmente anche il controllo dei chetoni, portare via da mangiare carboidrati di facile assimilazione ma anche di lunga assimilazione per evitare IPOglicemia ed IPERglicemia, ovviamente dietro un costante controllo mettendo il riflettometro posizionato o sul manubrio o sulla pippa del manubrio, e questo ovviamente ha cambiato di molto il mio allenamento, in costante contatto con il proprio corpo.
Tu affermi che “è stato proprio il praticare uno sport come il ciclismo ad averti portato in direzione di una qualità della vita soddisfacente, in “pacifica” convivenza con il problema del diabete” quindi lo sport lo consideri come una “terapia”?
D:Si, ovviamente non sostituibile all’insulina sia ben chiaro, ma lo sport per me il ciclismo ma per altri potrebbe essere il pallone, il pattinaggio, il tennis ecc… ti aiuta a rendere il fisico sensibile richiedendo meno boli o meno infusione, lo sport ti aiuta a convivere bene con te stesso e avendo una patologia come il diabete abbinata poi ad una cardiopatia congenita, devi trovare un costante e continuo benessere psico-fisico ed il ciclismo ne è una prova.
D:Come accennato in una risposta precedente i controlli o meglio il monitoraggio glicemico è di estrema importanza e non da sottovalutare, ad esempio prima di una gara o anche di un allenamento più o meno impegnativo i controlli vanno intensificati già da giorni precedenti per cercare di capire bene il tuo corpo, a seconda anche dello sforzo che andrai a fare, curare bene l’alimentazione, e controllarsi almeno mezz’ora prima di partire per eventuali ipo o iper quindi hai modo di intervenire in tempo, mangiare ogni 20/25 min se è necessario e soprattutto bere sempre molto anche in inverno, controllarsi anche durante perché alle volte sia il freddo che il caldo possono non farti capire le sensazioni, poi comunque il sensore di allarme sono le gambe, quando cominci a sentirle pesanti che non riesci ad imprimere neanche la forza allora ti devi fermare immediatamente controllare ed eventualmente correggere, come anche se cominci a sentirle flaccide, molli, deboli in questo caso devi sempre controllare ed integrare con zuccheri veloci, attenzione a quando si fanno controlli con le dita sporche il valore che viene fuori non potrebbe essere quello reale e se poi devi correggere rischi di farti veramente del male…
Parliamo del tour europeo B.C.D. ultima iniziativa patrocinata dal Curiamo, dalla Commissione Euopea, dall ’Istituto di Endocrinologia e Metabolismo dell’Università di Perugia, dall’ Istituto di Cardiologia dell’Università di Perugia, dal comune di Perugia e dalla federazione nazionale ciclismo.
Il Tour BiciCuoreDiabete nasce prima di tutto dalla passione per questo meraviglioso sport, dalla collaborazione di quattro amici di diverse regioni che hanno trovato un punto d’incontro in questo progetto.
Nasce dall’ esigenza di poter contribuire attraverso lo sforzo fisico costante al rilevamento di dati importanti e significativi che potranno poi essere visualizzati, commentati e relazionati da medici e tutti quegli organi scientifici che lo riterranno utili e necessari per migliorare la vita delle persone con questa patologia.
Nasce dall’esigenza di poter dare la propria esperienza alle famiglie, giovani e soprattutto bambini che in questi ultimi anni sono i più colpiti, a non arrendersi e a cercare nello sport quella via vitale che anche attraverso il soffrire ed il sacrificio ti permette di reagire positivamente alle situazioni.
Nasce dall’esigenza di fare veramente qualcosa di diverso, anche per il ciclismo che in questi ultimi anni è tormentato come tanti altri sport, dal DOPING.
Nasce dall’esigenza di smuovere e confrontarsi con enti, associazioni di diabete e di pazienti, politici, medici ecc… a non sottovalutare lo sviluppo scientifico, a non sottovalutare una patologia come il diabete, a cercare di abbattere quei muri, purtroppo ancora presenti, di ignoranza e disinformazione.
Nasce dall’esigenza che nel diabete come in tante altre patologie ogni persona è diversa e va curata con attenzione a seconda delle proprie esigenze e stili di vita, e lasciare i famosi protocolli, comunque importanti, come insegnamento di uno studio scrupolosamente fatto, ma non deve essere per forza un qualcosa uguale per tutti.
Vogliamo smuovere il FUOCO di PASSIONE che si alimenta in continuazione pedalando sopra le nostre bici.
E noi vi seguiremo!!!In bocca al lupo!!! Grazie David!