Quando ho progettato il mio India on the road, ho deciso sin da subito di inserire nell’ itinerario anche Varanasi , la città sul Gange, l’antica Benares, perché ero incuriosita da ciò che avevo letto riguardo al rito di cremazione in India ed alle cerimonie di preghiera dei bramini che avvengono lungo le sponde del Gange, il fiume sacro.
Varanasi è la città santa per gli induisti, ma non solo, anche per i buddisti e per i giainisti . Credo che Varanasi sia il luogo che più rappresenti l’India e la sua spiritualità.
Parlerò dei Gath, le scese al fiume, in un altro momento, ora voglio raccontare la nostra serata insieme al capo dei sacerdoti del crematorio.
India, cremazione a Varanasi : il rito spiegato dal sacerdote del crematorio
E’ l’ora del tramonto di un caldo pomeriggio di fine novembre quando dalla città vecchia scendiamo verso il Gange. All’entrata del Gath nel quale avvengono le cremazioni ci viene incontro un uomo distinto che parla un inglese perfetto: è il sacerdote del crematorio che si presenta ed esordisce parlandoci del suo karma: aiutare e trovare ricovero per gli anziani ed i malati che si trovano nelle strade di Varanasi e che aspettano di morire nella città santa.
Ci parla poi del rito di cremazione che proprio nel momento in cui varchiamo il recintosi sta svolgendo. Il sacerdote ci prega di non fotografare e noi, con rispetto riponiamo i nostri smartphone e le nostre reflex.
Inizia l’accorato racconto ed il nostro macabro percorso tra le pire che bruciano i corpi: questa a traduzione delle sue parole.
“Quando un morto viene portato a Varanasi per la cremazione i parenti si recano dal capo del crematorio che prenota ed organizza la cerimonia. Prima di procedere con la cremazione vera e propria è necessario espletare tutte le formalità burocratiche:ci si reca all’ufficio di polizia e si comunicano i dati del defunto. Poi si acquista la legna che servirà per bruciare il corpo dell’amato defunto; viene utilizzata la pregiata legna di sandalo, molto costosa ma che bruciando rilascia una resina oleosa e profumata che non fa avvertire l’odore acre della cremazione; per una persona di media corporatura occorre circa 40 kg di legname per una spesa molto elevata che non tutte le famiglie indiane si possono permettere. La cerimonia di “preparazione” della salma è il prologo alla cremazione vera e propria: il corpo del defunto viene vestito accuratamente ed immerso nelle acque del Gange dal componente più importante della famiglia (che può essere il figlio maggiore o la vedova) rigorosamente vestito di bianco, il colore del lutto. Il defunto viene poi fatto asciugare, fasciato e ricoperto di bende e fiori.
A questo punto, viene accatastata la legna e viene acceso il fuoco sulla pira: il familiare si reca nel tempio dedicato a Shiva alle spalle del Gange e, con un tridente attinge direttamente dal fuoco eterno che da secoli è alimentato dai fedeli. Il cadavere viene deposto sulla pira con i piedi verso il Gange e la testa orientata verso il tempio di Shiva, con il viso rivolto verso l’alto questo per facilitare l’ascesa della sua anima al cielo. Per bruciare un corpo occorrono circa 2 ore e mezzo. Alla fine della cremazione, le ossa che non sono state consumate dal fuoco vengono gettate nel fiume e, il familiare prescelto, con l’acqua del fiume sacro contenuta in un’urna di terracotta, spegne le ceneri e spacca l’urna come gesto simbolico per fare in modo che l’anima del defunto venga liberata da ogni legame terreno. Durante tutta la cerimonia i familiari non versano lacrime. Se si viene cremati a Varanasi, grazie alla presenza del Gange, il fiume sacro, l’ascesa in cielo è più rapida e, non avverrà la reincarnazione.”
Scegliamo di non fare il giro in barca per vedere le pire che bruciano dal fiume…Ci è bastato il racconto del sacerdote….