Quando pensiamo alla Sardegna, vengono in mente lunghe giornate trascorse in spiaggia, immersioni alla scoperta dei fondali più suggestivi, party scatenati nelle discoteche più trendy. La Sardegna, tuttavia non è soltanto una meta estiva e offre molte attrazioni, oltre il mare, che la contraddistinguono e che esprimono l’unicità di quest’isola. Ti ho già detto quali sono (secondo me) le Migliori spiagge della Sardegna.
Ora ho scelto 5 posti da visitare tutto l’anno, al di là delle pur meravigliose spiagge, per invogliare chi non l’avesse ancora fatto ad andare in vacanza in Sardegna nei mesi meno affollati (da settembre in poi). Il mio itinerario è stato suggerito dallo staff del Riviera di Gallura, specializzato in escursioni in barca e tour guidati nelle isole più belle dell’arcipelago della Maddalena. Le 5 tappe si trovano in Gallura, la regione nord-orientale dell’isola nota soprattutto per la Costa Smeralda.
Cosa vedere a Santa Teresa di Gallura: la valle della Luna
Il promontorio di Capo Testa si trova a pochi chilometri da Santa Teresa di Gallura, località molto ambita da turisti italiani e stranieri. Proprio nella zona di Capo Testa c’è una piccola valle che sembra appartenere a un’altra epoca, ed è chiamata Valle della Luna. Qualcuno la definisce “l’ultimo paradiso hippy”, poiché sin dagli anni Sessanta è meta di turisti che vogliono allontanarsi dai ritmi ansiogeni della vita nelle grandi città e desiderano immergersi in un paesaggio dalla bellezza indomabile e selvaggia. Si può arrivare in auto fino all’istmo di Capo Testa e proseguire a piedi, lasciandosi guidare dai profumi di mirto, lentisco, ginepro e salsapariglia Nella Valle della Luna c’è una sorgente naturale dove potersi rinfrescare e l’intera zona è caratterizzata da rocce granitiche dalle forme insolite: qui ho scoperto che gli antichi romani scavavano nelle cave di granito ed estraevano la pietra necessaria a costruire monumenti e templi come il Pantheon a Roma.
Castelsardo
In Gallura ci sono luoghi che rappresentano al meglio l’identità della Sardegna, poiché sono rimasti intatti nel corso dei secoli e perché mantengono vive quelle tradizioni artigiane che sono state dimenticate in altre parti d’Italia. Sono stato a Castelsardo, borgo arroccato su un promontorio affacciato sul mare, che non a caso è stato selezionato dall’associazione “I borghi più belli d’Italia” per il suo fascino senza tempo. È sufficiente passeggiare per le stradine del centro storico per riconoscere il prodotto artigianale tipico del paese: i cestini intrecciati, fatti a mano in giunco e palma nana, spiccano sugli scalini e i balconi, inoltre esiste un museo interamente dedicato a questa tradizione. Si chiama Museo dell’Intreccio Mediterraneo ed è collocato all’interno del Castello dei Doria: può sembrare sorprendente, eppure questo prodotto artigianale (realizzato esclusivamente dalle donne di Castelsardo) attira ogni anno 80.000 visitatori! Il panorama che si può ammirare da diverse prospettive del borgo (per esempio dal Castello e dalla Cattedrale di Sant’Antonio Abate) è, di per sé, una grande attrattiva, assieme al dedalo delle stradine del borgo e alle testimonianze archeologiche della Sardegna più remota, come il nuraghe Ispina, a breve distanza dal borgo. Prima di lasciare Castelsardo consiglio di fermarsi ad osservare la leggendaria Roccia dell’Elefante, a 5 chilometri a sud-est del borgo. La roccia è alta 4 metri e risale all’era neolitica. Fu lo studioso Edoardo Benetti a ribattezzare con questo nome la roccia, immaginando un gigantesco elefante che esce dalla giungla per incamminarsi verso la montagna.
Il Pozzo sacro di Sa Testa
Immagine 4 Pozzo Sacro Sa Testa Olbia Credits: pubblico dominio L’unicità della Sardegna è profondamente legata alle sue radici, in particolare alla civiltà nuragica – della quale ancora oggi non sappiamo molto – che si sviluppò dal 1800 a.C al II secolo a.C. Durante il mio soggiorno in Gallura, sono andato a cercare altre tracce di questa civiltà e mi sono imbattuto nel Pozzo sacro di Sa Testa, poco distante da Olbia, un monumento scoperto negli anni Trenta da alcuni pastori che erano in cerca d’acqua. I reperti archeologici ritrovati qui hanno dimostrato che il pozzo è stato utilizzato fino all’epoca romana e, da quel che si sa, si trattava di un luogo destinato a riti collettivi per onorare la divinità delle acque. Oggi resta un luogo avvolto da un’atmosfera particolare, tanto da essere stato scelto come location per un concerto del prestigioso festival Isole che Parlano, in programma ogni anno a Palau e nelle località vicine.
Monte Limbara
Immagine 5 Monte Limbara Sapevate che esistono le “Dolomiti sarde”? Questo soprannome è stato dato alle cime del Monte Limbara, al confine fra la Gallura e il Logudoro. In realtà questa definizione non è dovuta all’altezza della montagna (la vetta più alta raggiunge i 1359 metri s.l.m.), bensì al fatto che qui si sono svolte le prime arrampicate sportive in Sardegna e per l’aspetto differente rispetto alle altre zone montuose dell’isola. Questo polmone verde della Gallura è ricco di specie rare come lepri sarde, mufloni e aquile reali, un buon motivo per organizzare un’escursione e svelare il fascino di una delle zone più incontaminate della Sardegna. Si possono seguire percorsi naturalistici a piedi o in mountain bike e, prima di partire, suggerisco di visitare il sito per controllare quale itinerario è più adatto alle esigenze del viaggiatore.
La Peschiera di San Teodoro
Immagine 6 Peschiera San Teodoro La Laguna di San Teodoro è molto apprezzata come oasi naturalistica ed è una tappa immancabile in un tour della Gallura; nella parte settentrionale della Laguna c’è un sentiero naturalistico che, a mio parere, è altrettanto meritevole: la Peschiera, o Pischera, in sardo. Il percorso è recintato da una staccionata ed è all’interno di un boschetto, qui le guide turistiche accompagnano i visitatori spiegando quali sono i tratti distintivi della flora e della fauna presenti. Ovviamente il paesaggio muta in base alla stagione della visita, ma in ogni caso si possono notare le specie che vivono qui, come i fantastici fenicotteri rosa. Occorre molta pazienza per avvistarli, perciò non date per scontato di poterli ammirare in ogni momento. In ogni stagione dell’anno si possono prenotare escursioni in fuoristrada 4×4 grazie all’associazione Natalibera per raggiungere la zona circostante e poi proseguire a piedi, poiché la laguna di San Teodoro è un Sito di Interesse Comunitario. La presenza di vaste aree protette, i paesaggi così diversi dei monti e dei promontori sul mare, le tracce di un passato tanto misterioso quanto affascinante, definiscono la Sardegna come la destinazione che non passerà mai di moda.