Lo scorso weekend sono stata all’evento “filosofie d’Oriente ” organizzato dall’associazione Fiore di loto.
La kermesse si è svolta da mercoledì della scorsa settimana fino domenica nella splendida cornice del Parco Fucoli a Chianciano Terme.
Prima di tutto devo fare una premessa: chi mi conosce sa che caratterialmente sono in antitesi con tutto ciò che è “meditazione” tecniche di rilassamento e discipline orientali . Addirittura la respirazione nel pilates mi crea qualche difficoltà! 😉
Ma ho voluto partecipare a “filosofie d’Oriente” proprio per poter conoscere più da vicino un mondo davvero lontanissimo dal mio life style ed ho fatto delle esperienze che definirei “interessanti”.
Il canto meditativo ad esempio è una di queste: attraverso il suono e la musica sono stata guidata in un viaggio introspettivo che dovrebbe portare a ritrovare l’armonia nell’anima in una dimensione parallela a quella reale fatta di luce, amore e bellezza.
È questa la filosofia di Elka Sai, che, con i suoi mantra cantati ed i suoni ancestrali, grazie alla meravigliosa voce vibrante, come uno sciamano ha accompagnato la meditazione nella splendida cornice naturale del curatissimo Parco di Chianciano Terme.
Nel Parco Fucoli, nel PalaMontePaschi, si sono alternati artisti di fama internazionale fin dal tardo pomeriggio di sabato. Tra tutte le esibizioni, quelle che mi sono più piaciute (e, lo sottolineo è solo un giudizio personale) sono:
Kaoru Kobayashi cantante lirica giapponese, che, lo confesso, non conoscevo proprio, mi ha incanta con la sua performance. Kimono rosso fuoco e voce squillante. Con la grazia che solo gli orientali possiedono racconta dal palco, con la sua magnifica voce da soprano, la struggente leggenda della principessa Gru e del suo amore sfortunato. Simpaticamente ha accettato di farsi fotografare con me e con le mie amiche blogger!
Gioia Cavedon è invece l’artista che con professionalità e freschezza ho proposto un divertente ballo in Bollywood-style, con musiche e coreografie caratterizzate da divertentissimi eccessi.
L’esibizione di Kendo mi ha lasciato a bocca aperta quando, nel silenzio della sala ho sentito il filo della lama tagliare l’aria. Il Maestro Danilo di Pietro ci ha regalato dieci minuti veramente emozionanti.
Girando nel parco Fucoli tra gli espositori ho scovato il gazebo dedicato al Sumi-e; mi sono fermata ed ho fatto un’esperienza veramente particolare: dipingere guidata da un maestro di sumi-e.
Sumi è il nome che si da all’inchiostro nero ed “e “ sta per pittura. Sumi-e è un “dipinto” sobrio e spontaneo volto a cogliere la vera essenza della natura.
Con la tecnica del sumi-e, io, che davvero non so tenere in mano nemmeno il pennello sono riuscita a disegnare, il mio bambù con tanto di germogli ed il risultato non è poi così indecente! 🙂
Per disegnare secondo la tecnica del sumi-e è fondamentale innanzi tutto la postura e la respirazione; poi, ci si concentra sul pennello e sul foglio bianco; si visualizza il bambù e poi si lascia scorrere il pennello senza pensare né alla tecnica né al risultato finale.
Si deve prescindere dal giudicare….più facile a dirsi che a farsi! 😉
Concludo questo mio resoconto con un po’ di amarezza: purtroppo le esibizioni sul palco non hanno avuto un grandissimo numero di spettatori ed è un vero peccato perchè tutti gli artisti hanno dimostrato grande professionalità e bravura.