Quando penso alla Grecia mi vengono in mente le sue isole, con le classiche casine cicladiche bianche con le rifiniture azzurre, il mare trasparente e le spiagge assolate. Ma c’è un’altra Grecia: a poco più di 1 ora e mezza di volo dall’Italia, c’è un posto che il turismo italiano snobba, ma che invece non ha nulla da invidiare al mare ed alle bellezze naturali di Myconos & C.
Siamo nella Calcidica, la penisola a sud di Salonicco famosa per le “sue tre dita”: Cassandtra, Sithonia ed il Monte Athos.
Come raggiungere la Penisola Calcidica da Salonicco
Dall‘aereoporto di Salonicco a Neo Moudania, lo svincolo che unisce il primo dito con il resto della penisola, c’è una comoda strada a 4 corsie; poi inizia la statale più stretta ed abbastanza trafficata. Il primo dito, Cassandra, è il posto giusto se cercate vita notturna e locali mondani, mentre nel secondo ed ancor meno nel terzo, non troverete né pub né discoteche; proprio per il nostro modo di viaggiare ed il nostro life style, snobbiamo Cassandra (e la sua cementificazione selvaggia) e tiriamo dritti fino alla strada che conduce al Monte Athos, il terzo dito: inizia di da qui il nostro itinerario nella Calcidica. La strada corre tra bassi arbusti ed aride colline che degradano verso il mare fino a regalarci degli scorci suggestivi sul verde Monte Athos.
Sul Monte Athos si potrebbe scrivere un libro, io mi limito a dirvi che, purtroppo, una gran parte del territorio di questa penisola, è inaccessibile via terra e, accessibile via mare solo ai pellegrini di sesso maschile o/e ad i turisti maschi. Il Monte Athos è uno dei luoghi più sacri per la chiesa Ortodossa e, nei suoi 20 monasteri vengono ospitati i pellegrini che ne fanno richiesta attraverso una trafila abbastanza complicata.
L’avamposto, cioè il luogo dove le donne si devono fermare, è il paese di Ouranoupoli; una volta arrivati li non si può andare avanti a meno che non si è uomini provvisti di un permesso speciale (diamonitìrion) che è anche abbastanza complicato da ottenere. Il giornalista-blogger Patrick Colgan, ha raccontato nel suo blog, il suo viaggio da pellegrino tra i monasteri del Monte Athos, se volete approfondire lo trovate qui. Ci si può però imbarcare e trascorrere qualche giorno nella stupenda isola di Ammouliani che si trova proprio di fronte alla cittadina.
Dal piccolo porto di Ouranopoli, nel quale si affacciano locali e negozi che vedono icone religiose e “santini”, partono tutti i giorni le barche che accompagnano i pellegrini alla “Repubblica monastica indipendente del Monte Athos”; la trafila per ottenere il permesso è abbastanza complicata e, una volta giunti nel primo monastero i pellegrini devono muoversi a piedi o in barca. Non ci sono mezzi di trasporto motorizzati. L’unico modo per le donne per sbirciare oltre il verde del Monte Athos è imbarcarsi in una delle tante motonavi che percorrono il periplo della penisola senza però avvicinarsi alla costa per più di 500 metri. La minicrociera, con partenze mattutine e pomeridiane, dura circa due ore e costa intorno ai 20 euro. Si possono comunque vedere da lontano alcuni dei monasteri che si affacciano sul mare.
A Ouranopoli appena dopo pranzo c’è un’atmosfera di quiete, poca confusione e pochissima gente si gode il sole nella spiaggetta a ridosso del porticciolo. Solo nel tardo pomeriggio iniziano ad arrivare i pellegrini diretti al Monte Athos e nella piazzetta antistante Torre di Andronikos, i bus attendono il ritorno delle barche dai monasteri.
E’ curioso osservare uomini di tutte le età che si muovono in gruppo con borsoni e souvenir religiosi.
A Ouranopoli quando il barcone con i pellegrini parte ed i bus lasciano il parcheggio, torna una calma quasi sovrannaturale.