Durante il nostro soggiorno a Cuba, abbiamo rigorosamente evitato le escursioni del tour Operator. Già dall’Italia avevo contattato un tassista che aveva il permesso di entrare nella località turistica di Varadero, dove alloggiavamo. Vi ricordo che a Cuba i controlli in questo senso sono veramente rigorosi: se vi affidate ad una persona che non ha il permesso di trasportare turisti, rischiate di rimanere in mezzo alla strada (nel vero senso della parola).
Il nostro Taxista-guida, ci viene a prendere direttamente in hotel ed ad un prezzo veramente ridicolo ci accompagna a l’Habana.
Il viaggio attraverso la strada principale dura circa un’ora e mezza ed abbiamo l’opportunità di osservare un pezzo di vita cubana: asini e camion in mezzo alla strada e tantissime persone in particolare bambini sorridenti che camminano a piedi.
Una breve sosta in una specie di autogril per gustarci la Pina Colada più buona di Cuba (secondo il nostro nuovo amico che probabilminte prenderà una percentuale sulle consumazioni) e poi ci rimettiamo in viaggio attraverso quell’unica striscia di asfalto disseminata da profonde buche. In men che non si dica scopriamo una splendida vista sul profilo dell’ immensa città: L’Habana è la capitale ed il centro nevralgico dell’isola.
Il nostro tassista, parcheggia l’auto e ci accompagna nella full immertion di oggi e studia per noi un itinerario all’Avana.
Il cuore coloniale della capitale, La Habana Vieja, mi ha affascinato moltissimo, l’aria che si respira nelle strette viuzze profumate di sapone di Marsiglia è un ricordo indelebile che mi fa amare ancor di più questo pezzo di mondo.
Attraverso un percorso che rievoca i luoghi cari ad Hemingway passando per le celeberrime Boteguita del Medio e Floridita, si attraversa tutto il centro storico, il mercato e la bella cattedrale de San Crhistobal posta al centro della storica piazza. Abbiamo il tempo di fotografare suonatori, ballerini e l’allegria di questa gente, che con poco, si diverte.
Il nostro tassista tuttofare integra la lettura della mia Lonley e, all’ora di pranzo ci porta in una bettola in cui ci vengono serviti piatti rigorosamente cubani da una ragazzina dodicenne cordiale e simpatica.
Dopo pranzo una capatina d’obbligo nel bellissimo Malecon, il lungomare pullulante di giovani che si muovono ai ritmi di balli caraibici.
Colpo d’occhio sulla grande Piazza de la Revolution, immensa e spoglia, come detta il soviet style.
E’ venuto il momento di tornare nella nostra dimora dorata di Varadero. Un’ultimo saluto alla Capitale alle sue numerose opere d’arte ed ai bellissimi palazzi coloniali. Ma soprattutto alla sua gente, la vera Alma de Cuba!