Il 9 gennaio, all’interno di un volo della Ryanair da Marrakesh a Roma, nel mio cervello si faceva strada un’idea…. Tornata a casa, ho cominciato a smanettare ed, ho trovato subito un’offerta dell’Alitalia.
A metà gennaio sventolavo fiera i nostri 2 e-tiket sotto il naso di Michino che ormai mi asseconda in tutto e per tutto. In realtà questo viaggio l’ho architettato pensando a lui ed alle sue due grandi passioni: il deserto ed il Medio Oriente. Dove andremo? facile…in Giordania!
Ho buttato giù un itinerario di massima incrociando nel frattempo le dita per i venti di rivoluzione in Egitto e nelle regioni Mediorientali. Solo nell’ultima settimana ho rifinito il mio itinerario, ho noleggiato la macchina (solita offerta di http://www.enoleggioauto.it/) , ho prenotato due notti nel Wadi Rum con jeep e trekking tour ed ho fermato gli hotel per tutti i 10 giorni. Insomma, in quest’ultima settimana il viaggio che sulla carta avevo progettato al ritorno dal Marocco, si è delineato ed ha preso forma.
Ora, non resta che raccontarlo tappa a tappa come ho già fatto precedentemente negli USA e nel Marocco.
Primo giorno:
Dopo attimi di panico nel raccordo anulare completamente bloccato, raggiungiamo Fiumicino ed il “fatidico” terminal 3H, quello da cui partono i voli per il Medio Oriente.
L’aereo dell’Alitalia, semivuoto, parte in perfetto orario ed arriva a destinazione con 5 minuti di anticipo. Ad Amman ci facciamo fare il visto (20 Jod) e, dopo poche sparute domande passiamo l’immigration e ci dirigiamo all’uscita. Ritireremo la macchina solo alle 5 del mattino, per cui ci sediamo in un angolino per riposarci .
L’impiegato della Thrifty ci accoglie con un “welcome “ ed in pochi minuti ci consegna una deliziosa c3. Sono le 6 passate, nel frattempo ci siamo bevuti due ottimi caffè. Partiamo: direzione Jerash.
Guida Michele, ci ferma la polizia, l’agente fa un rapido controllo alla patente e ci fa cenno di andare.
Ad Amman la solita dimostrazione “pro democrazia” del venerdì rallenta un po’ il traffico, ma niente di trascendentale.
Arriviamo a Madaba, agevolmente troviamo il nostro hotel e ci catapultiamo in un sonno profondo.
Alle 5 del pomeriggio usciamo per andare a visitare la chiesa di San Giorgio ed il suo celeberrimo mosaico. Il mosaico non è altro che una mappa dettagliata della “terra santa” e rappresenta tutti i luoghi biblici dell’esodo. Passeggiamo un po’ per il centro della caratteristica cittadina mediorientale e, al tramonto non posso fare a meno di riflettere sul fatto che in contemporanea suonano le campane della chiesa di San Giorgio (cristiano ortodossa) e, si sente dal minareto il richiamo del Muezin. Credo che Madaba sia rimasto uno dei pochi luoghi in cui le due religioni convivono in “apparente pace”. Ceniamo con un Kebab , facciamo un po’ di spesa e ci ritiriamo nelle nostre stanze. Il primo giorno, massacrante come al solito è andato.Secondo giorno:Oggi giorno di spostamento nel nostro Giordana on the road : attraverso la strada dei re raggiungeremo Petra. Abbiamo optato per questa strada (che non è affatto veloce) perchè durante il viaggio mi voglio fermare prima a Karak per visitare il castello dei Crociati e del feroce Saladino e poi a Dana Village ed il suo bel Parco Naturale.La strada la imbocchiamo a Madaba dove un traffico bestiale ci fa presagire che il viaggio sarà lungo ma pittoresco! Guido io ed in men che non si dica mi adatto alla guida sportiva dei giordani, strombazzando ai semafori e sorpassando a destra. Usciti dal paese il panorama cambia: aperta campagna con colline verdi e campi coltivati; sembra di essere nella nostra Valdichiana! Ben presto però iniziano i Wadi ed il territorio si fa desertico e montagnoso. Il culmine della spettacolarità lo si raggiunge attraversando il Wadi Mujib. Non ci soffermiamo perchè, al ritorno abbiamo in programma un bel trekking; quindi proseguiamo dritti fino a Karak. Parcheggiamo un po’ distanti dal castello in quanto in paese il traffico è bloccato; quindi ci arrampichiamo fino alla collina in cui si trova la fortezza. Il panorama è mozzafiato. Il castello ha conosciuto la dominazione nabatea, cristiana,araba e turca e si possono ammirare nel suo interno tutte le varie sale costruite nei vari periodi. Un signore con la kefia in testa insiste x farci da guida, noi lo seguiamo ed ascoltiamo le sue spiegazioni. Alla fine gli lasciamo 3 Jod. A mezzogiorno, prima di ripartire tiriamo fuori dal nostro frigo portatile panini e grissini e consumiamo il nostro pasto.
Le solite foto e poi ce ne andiamo, la visita procede attraverso il teatro, la via colonnata ed i templi e la salita al Monastero. A quest’ora nemmeno le bancarelle sono aperte e ci godiamo l’ascesa disturbati solo
Alle 6 e 30, dopo la colazione, carichiamo le nostre cose e siamo pronti per partire. La strada si snoda attraverso curve che lasciano intravedere il Wadi Musa e le splendide rocce di Petra. Arriviamo all’autostrada del deserto ed in poco tempo raggiungiamo l’incrocio per Wadi Rum Village. La stretta strada arriva ben presto al visitor center dove paghiamo l’ingresso (5 Jod a testa) e dichiariamo di non aver bisogno di guida in quanto l’abbiamo già prenotata via web. Abbiamo il permesso di raggiungere il villaggio con la nostra auto; percorriamo i 9 chilometri in pochi minuti e, all’entrata del villaggio ci viene incontro Mohamed, che ci ha organizzato i prossimi due giorni in quello che viene definito “uno dei deserti più belli del mondo”. Mohamed ci accompagna a casa sua, ci descrive il nostro programma e ci offre un buon thè. Intanto è arrivato il nostro autista, un ragazzotto che avrà si e no 20 anni. Carica la nostra roba sulla Jeep e ci fa cenno di salire. Mohamed, uomo di poche parole, ci saluta augurandoci buon divertimento.
E’ il nostro primo giorno nel Wadi Rum. La prima tappa è a Lowrence Spring, una sorgente naturale situata tra le rocce di un’altura. Titubanti seguiamo il consiglio della guida, ci arrampichiamo fino in cima, faticando ed aiutandoci con le mani. Il panorama è notevole. Risaliamo in jeep, la seconda tappa del nostro tour è un bellissimo canyon, una spaccatura sulla roccia con belle incisioni rupestri. Ci dirigiamo poi nel cuore del Wadi Rum, dove il paesaggio assomiglia un po’ alla Monument Valley, ma il deserto giordano è molto più particolare: grandi spazi aperti e rocce dalle mille forme e colori. I colori, quelli si che qui non mancano!
Il rosso della sabbia, le rocce nere, bianche ed ocra, il verde dell’erba e i fiori….Si, i fiori, Il Rum è è un deserto fiorito, almeno in questo periodo primaverile. Consumiamo un thè con alcuni beduini e ci rimettiamo in jeep.Proseguiamo fino all’arco. La nostra guida insiste per farmi salire fino in cima, facendomi strada. Michi, ha le vertigini, quindi si tira indietro, io, non mollo e in breve mi ritrovo su un dirupo in cui non entra nemmeno il mio piede con sotto 30 metri di vuoto. La guida beduina continua ad urlarmi “GO GO” e mi tende la mano, mi faccio di coraggio e passo il pezzo più brutto…ormai l’estremità dell’arco è vicina. Da quassù vedo Michi piccolo piccolo che mi fa le foto. Scendere è un gioco da ragazzi, molto più semplice del previsto. Dopo pranzo, vaghiamo ancora un po’, fino ad arrivare alle 4 al nostro campo tendato. Prendiamo possesso della nostra tenda doppia e ci catapultiamo sulla roccia più alta nelle vicinanze per goderci il nostro primo tramonto sul Wadi Rum. Il deserto s’infuoca e e ombre si fanno più grandi, il momento magico del calar del sole viene immortalano più e più volte nelle nostre memory card. Torniamo al campo, nel frattempo i nostri amici beduini hanno acceso il fuoco nella tenda e ci hanno preparato un ottimo thè.
Il campo stasera è, nostro malgrado molto affollato, oltre a due signori tedeschi (che avevamo incontrato a cena a Madaba e che ci hanno subito riconosciuti) ci sono due ragazzi inglesi e, all’ultimo momento arriva un maxigruppo di vocianti russi!! mi dispiace per due tedeschi che non potranno godere appieno il silenio del deserto, ma noi confidiamo in domani notte x poter rimanere soli , del resto anche per questo viaggiamo fai-da te.
Quinto giorno:
Oggi è la nostra giornata dedicata al Trekking nel Wadi Rum.Colazione alle 7 in punto. Stanotte i russi hanno fatto un po’ di confusione ma dopo diversi “shhhttt” miei si sono ritirati mestamente in tenda.Partiamo dopo diversi thè e del pane arabo con marmellata alle 8 di mattina accompagnati dalla nostra guida Fayez . Decidiamo di fare il giro della montagna di fronte al nostro campo, una passeggiatina, penso…..ci impiegheremo circa 8 ore!! La prima tappa la raggiungiamo dopo circa 1 ora e mezza: una cisterna naturale dove le acque che provengono da una sorgente che sgorga tra le rocce si raccolgono. Sotto la montagna, recintato da un muro di pietra un piccolo cimitero beduino con lapidi molto vecchie. Continuiamo a camminare tra la sabbia, il sole comincia a bruciare; incontriamo cammelli erranti e qualche sparuta jeep in lontananza rompe il silenzio di questo luogo immenso e solitario; arriviamo su un bellissimo gruppo di dune. Fayez ci urla “run and jump” così a turno saltiamo dalla duna più alta fotografandoci a vicenda come tre bambini scemi!
Con la Lonely in mano iniziamo a visita al forte dei mammelucchi che, è servito da fortezza durante la rivolta araba e da riparo ai pellegrini in visita alla mecca.
Continuiamo a passeggiare sul lungomare dove una folla festosa gremisce la spiaggia con tappeti, cammelli, bancarelle che vendono cibarie e bibite e piccole fumerie con nerghilè pronti per essere fumati. In questa variopinta cornice, donne con shador ed uomini che si bagnano nelle acque turchei del Mar Rosso. Rientriamo nel suk, per acquistare acqua e per pranzare in una bancarella con un kebab. Riprendiamo velocemente la strada di casa, oggi pomeriggio, ci dedicheremo ad un po’ di snorkeling. Con maschera e pinne in mano ci dirigiamo verso la spiaggia; l’accesso è facilissimo, il fondale sabbioso dona un bel colore turchese all’acqua trasparente. Ci tuffiamo a malincuore, lì per lì è un freddo cane; raggiungiamo la barriera. All’inizio non c’è un gran che, si, coralli vivi, ma non molto colorati; poi Michi comincia a sbracciare facendomi cenno di raggiungerlo oltre le boe. Nuoto spostandomi verso di lui e, dopo poche bracciate, sotto mi appare il giardino di Allah…..Coralli rossi, gialli e viola, anemoni e pesci di ogni dimensione e colore. Non ci posso credere, Aqaba, meta minore del Mar Rosso si sta rivelando splendida!
Nuotiamo fino a che i brividi di freddo non ci scuotono e poi ci sdraiamo al sole. Fuori dall’acqua sono oltre 30°. Nel tardo pomeriggio torniamo nel nostro grazioso resort dove ceniamo con hummus (una salsa vellutata a base di fave e spezie) e carne e la solita Kofta.
Settimo giorno:
Oggi, sarà una giornata ascetica. E’ l’ultimo giorno del nostro Giordania on the road. Prima tappa il Monte Nebo, il Monte dove si